Isole sotto vento

Antoine ne parla

li venti Alisei, questi venti pacifici d'Est che gonfiavano le vele delle navi di commercio che fanno il giro del mondo, quando arrivano dell'immensità deserta dell'oceano Atlantico, incontrano in primo luogo un gruppo di piccole isole disposte in un'arco di cerchio: vengono dunque chiamate le Isole del Vento. Barbados, Grenada, Grenadine, Saint Vincent, Santa Lucia, quest'isole "al vento" della Martinica furono a lungo disputate tra i Francesi, gli Inglesi e diverse altre potenze coloniali europee. La Roccia del Diamante, Marigot Bay, Rodney bay, Kingstown, le anse e le baie delle piccole Antille sembrano ancora risuonare dello scontro dei cannoni che vi tuonarono spesso. Piantagioni ricche di canna da zucchero per le più grandi; terre ingrate e redditi soprattutto tratti del mare, per le più piccole, queste isole hanno in comune la benedizione del sole, la morbidezza dell'aliseo - ma anche la terribile minaccia stagionale dei cicloni. Il viaggiatore che li scopre al giorno d'oggi si meraviglia dinanzi ai colori delle lagune dell'isola di Granade; la bellezza maestosa delle montagne - vulcani non tutti estinti - di Santa Lucia e di Saint Vincent. Il migliore modo di "vivere" l'arcipelago delle Isole del Vento è di imbarcare in Martinica, generalmente al porto del Marin, su un veliero d'affitto, e sgusciare in alcuni giorni una tranquilla catena di scali pittoreschi: Santa Lucia, e l'ansa splendida dei due Pitons; le baie ben riparate di Saint Vincent; l'arcipelago turchese delle Grenadine (è qui che ho scoperto i Caraibi, in occasione del mio primo giro al mondo, nel 1976), i numerosi ormeggi di Grenada. Barbados, un po'più lontano al vento, è spesso il primo scalo dei velieri che hanno appena attraversato l'Atlantico: dopo lunghe settimane di solitudine, i navigatori sono felici di scoprire le sue rive... ed il suo rum, famoso in tutta la zona caraibica.