Chiloe

Antoine ne parla

Non conoscevo grande cosa di Chiloé quando ho deciso un giorno di andarci... Volevo scoprire il sud del Cile, i grandi parchi naturali di Patagonia, e sapevo appena che Chiloé rappresentava, per i pochi navigatori rari che risalgono i canali di Patagonia, la porta d'entrata (o d'uscita) di quest'universo ruvido, scopato dai venti, e dove sembrano esistere soltanto due colori, il nero ed il grigio. Chiloé al contrario, all'estremità nord dei canali, è un prodigio di colori: il verde, la vegetazione vi è regina, ed i colori delle case splendide coperte di assicelle di alerce danno felicità agli amatori di colori allegri come me.
Io un giorno ho dunque preso il traghetto ia Puerto Montt fino alle rive verdi di Chiloe, e sono stato sedotto immediatamente dal piccolo porto di Ancud, dalle numerose baie che ritagliano la riva dell'isola, e dalle piccole isole che circondano la grande, come Quinchao, raggiunta a partire dal porto di Dalcahue... Dei nomi veramente musicali ! Non è una sorpresa che l'isola abbia ispirato uno dei più grandi autori cileni, Francisco Coloane.
Solcando l'isola del nord al sud, ho apprezzato i suoi prati, le sue foreste ed i suoi laghi, le case colorate di Curaco de Velez, quelle, su palafitte, di Castro, e, in particolare, in ogni villaggio o all?incrocio di due cammini, le chiese di qualsiasi dimensione costruite dai gesuiti : sono tutte classificate al patrimonio mondiale dell'Unesco.