Marchesi

Antoine ne parla

L'arcipelago delle Marchesi si riduce, nello spirito di molta gente, alla scelta che avevano fatto due artisti famosi, Gauguin e Brel, di finire là i loro giorni. Ma le Marchesi sono molto di più, un pugno di isole fra le più spettacolarei al mondo, e alle quali il loro isolamento, la difficoltà d'accesso del loro territorio irto, ha conservato un'autenticità quasi unica al mondo.

Se Nuku Hiva (e la città di Taio Hae, principale del gruppo) ed Hiva Oa (dove, nel cimitero della piccola città di Atuona, riposano i due famosi ospiti delle Marchesi) sono centri un po' animati, le altre isole dell'arcipelago hanno conservato una purezza, un verginità, una pace incredibili: Fatu Hiva dove la baia dei Vergini è certamente uno degli ormeggi più splendidi al mondo ; Ua Huka dove si prendono ancora al lazzo i cavalli che vivono in libertà nell'isola. Ua Pou dai picchi straordinari; Tahuata dove si trovano alcune delle rare spiagge di sabbia bianca dell'arcipelago: Qui, il vulcanismo è re, le spiagge sono spesso nere, o inesistenti: delle montagne ripide si precipitano vertiginosamlente nell'oceano, creando "pareti" sottomarine dove l'immersione lascia delle memorie impressionanti; ma non cercate qui le barriere di corallo sfavillanti che circondano delle calme lagune blu turchesi: le Marchesi sono quasi interamente sprovviste di barriere di corallo. Ma che visione favolosa : queste montagne coperte di una vegetazione ricca, da cui emergono i ?tikis? innumerevoli dei ?maraes?, i templi di una volta.

Ho avuto il privilegio di scoprire le Marchesi in veliero, come una buona parte degli ospiti che arrivano sui velieri ?giramondo? che hanno lasciato tre o quattro settimane fa le coste occidentali dell'America o le Galápagos, ed esplorano con stupore questi picchi incredibili che emergono dell?immensità deserta del Pacifico; altri li raggiungono più semplicemente in aereo, a partire dell'aeroporto di Tahiti Faaa.

Ma se desiderate scoprire l'arcipelago al ritmo tranquillo dei navigatori di una volta, è meglio imbarcarsi per due settimane sull?Aranui, la piccola nave mercantile mista che percorre l'arcipelago, facendo scalo abbastanza a lungo in ogni isola per permettervi di farvi un'idea ; partite dunque sulle tracce di Herman Melville, che restò qualche tempo prigioniero della tribù selvaggia dei Tai Pi, dai visi decorati con spaventosi tatuaggi guerrieri, i cui usi cannibali erano ancora presenti: ne riportò "Tai P?i (o Typee), il libro che rivelò il suo talento d'autore; sulle tracce dell'ammiraglio Dupetit-Thouars che prese possesso dell'arcipelago in nome della Francia nell?ottocento; trovate infine la memoria dei conflitti di Gauguin con i gendarmi ed i sacerdoti del posto... ed i paesaggi, le silouette che ispirarono le più tormentate delle sue ultime pitture.

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